“Signore, dove abiti?”.

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È venerdì 26 Novembre e tra i giovani e la comunità educante della parrocchia di Santa Maria della Candelora fa capolino la straordinarietà. Non servono i fuochi d’artificio per “spezzare” l’ordinaria routine. Eccoci dunque, noi, Agesci e Ac, e Lui, un Volto e una Croce: pochi elementi per segnare in modo concreto la nostra storia!

Una storia dove l’incontro con Cristo diventa un momento che segna una rottura con la temporalità e assume i tratti dell’eternità di uno sguardo. “Erano circa le quattro del pomeriggio” ci dice l’evangelista Giovanni (Gv 1,39) riportando al cuore con una lucidità impressionante, nonostante siano trascorsi circa ottant’anni, l’evento che ha stravolto la sua vita!

Ecco dunque perché, in questo giorno, siamo in tanti, giovani, capi ed educatori riuniti sotto il tetto di una Chiesa. Siamo qui per porre un’importantissima domanda, tale da segnare la nostra vita e scandire nella nostra storia quelle “quattro di pomeriggio” tanto care a Giovanni: “Signore, dove abiti?”.

Sarebbe davvero difficile se provassimo a rispondere contando solo sulle nostre forze.

E’ Gesù stesso che ci viene in aiuto parlandoci attraverso le parole di un parroco, il nostro amico-prete, e di due ragazzi come noi, Chiara e Pier Giorgio, che hanno  incontrato Cristo nella propria vita e lo hanno accolto con semplicità, tanto da divenire santi.

Questa è storia. Ma non è “storia da manuale”: è la “Buona Notizia” che trionfa sulla sofferenza.

È così infatti per Chiara Badano una ragazza come tante, appassionata della vita, che però trova di fronte a sé il buio della malattia, l’osteosarcoma, che non lascia scampo. Ma questo buio ben presto diventa per Chiara una semplice penombra che non può reggere il confronto con la luce che dal suo sorriso risplende per mezzo di Gesù.Tutti coloro che l’hanno incontrata, i suoi genitori, i suoi amici, i giovani, la ricordano proprio così: luminosissima con un sorriso disarmante. Per questo Chiara Badano sarà detta Chiara-Luce. “Consapevole del mio nulla”, dice Chiara, “cerco di offrire le mie sofferenze nei momenti  più difficili, certa dell’amore di Dio, rinnovando il mio si, attimo per attimo”. Sono gli ultimi momenti della sua vita e Chiara sente forte il bisogno di lasciare una sorta di suo testamento spirituale: “Io non posso più correre, però vorrei passare ai giovani la fiaccola come alle Olimpiadi. Perché la vita è una sola e vale la pena di spenderla bene”.

Unica è anche la vita di Pier Giorgio, vissuta tra hobby, cultura e servizio verso i più bisognosi. Una vita che è troppo preziosa per lasciarsela scappare: “Vivere senza una fede, senza un ideale da difendere, senza sostenere in una lotta continua la Verità, non è vivere, ma far finta di vivere”. Parole lasciateci da un ragazzo che viveva le proprie “quattro di pomeriggio” ogni volta che incrociava lo sguardo di un povero o di un bisognoso. Una vita, anch’essa stroncata dalla malattia, ma che ha lasciato il segno e ha fatto la storia.

 

Ora tocca a noi! Tocca a noi rileggere la nostra vita alla luce dell’incontro con Cristo; tocca a noi rispondere alla domanda di Gesù…“Che cercate?”. Il breve momento di discernimento diventa dunque funzionale al recupero di eventi significativi, attimi della nostra vita colmi della “presenza” del Suo Volto.

L’invito di che Cristo ci rivolge è di conformarci a Lui per cambiare il mondo, per diventare santi, soprattutto alla luce dell’insegnamento di chi, nonostante le difficoltà,  ha dato tutto se stesso per gli altri.

Questo rinnovamento, questa nuova consapevolezza ci vengono trasmessi attraverso un gesto molto bello pensato dal nostro parroco, il quale, al momento dei saluti, alzato il crocifisso di San Damiano interamente tappezzato di post-it contenenti le nostre “quattro del pomeriggio”, ci benedice per intercessione proprio di quell’abbraccio che Gesù diede un giorno alla nostra vita!

Poche parole per raccontare un momento intenso di comunione, pace e discernimento. E per comprendere a pieno la bellezza di pregare da giovani e fra giovani non resta che accettare l’invito che circa duemila anni fa Cristo fece ai suoi primi discepoli e che ancora oggi ci ripropone: “Venite e vedrete”! Non resterete delusi!

 

Giorgio Sottilotta (responsabile giovanissimi  di AC)
Vittoria Paletta (vicecapo branca R\E)

 

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