Vi annunzio una grande gioia

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Ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:  oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.  Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. (Lc 2,10-12).

Presepe Parrocchia 2013 10N el cuore della notte  nella regione della Giudea, un angelo appare ad un gruppo di pastori che sorveglia il proprio gregge.

Gli uomini di Israele attendono da tempo questo annuncio, attendono l’arrivo del Messia, l’unto di Dio, che li deve riscattare dai soprusi e dalle tribolazioni e li renderà liberi e non più sottomessi. Sì, sono secoli che attendono. E adesso bisogna correre fino a Betlemme per trovare questo strano segno: un bambino che giace in una mangiatoia, con due genitori stranieri per i quali non c’era un posto in città. Forse non era esattamente ciò che avrebbero voluto trovare…

M a se nel cuore della nostra notte un angelo ci apparisse: “presto, correte, perché in quel barcone carico di disperati che ha appena attraccato alla periferia della vostra città, si sta compiendo il prodigio che attendevate! Lì, in quella donna che trema per il parto, in quel disgraziato con la scabbia che nessuno vuole avvicinare, proprio lì c’è il Signore, il salvatore, colui che attendete da sempre per riscattarvi dalle vostre fatiche e sofferenze”… cosa faremmo, correremmo al porto o dallo psichiatra?

Signore, quando mai ti abbiamo veduto nudo, affamato, ammalato, forestiero… Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (MT 25, 31;40).

D io entra nella Storia, e continua a farlo, sconvolgendo i canoni delle nostre attese. Stravolge la quiete del nostro presepe con un barcone che irrompe fra le nostre belle casette illuminate.

Già, che cosa ci fa un barcone in mezzo alle case ed ai pastori, questo sì che ce lo stiamo chiedendo, ma continuiamo anche a chiederci che cosa ci fa Dio in una baracca fuori città, dove il posto più confortevole che ha trovato sua mamma per adagiarlo, è il fienile degli animali? L’imprevedibilità di Dio che ci annuncia “una grande gioia” in un contesto al limite con la disperazione, continua a sorprenderci?

Presepe Parrocchia  2013 36L a tenerezza che ci suscita sempre il piccolo Bimbo biondo nella capanna di Betlemme è un sentimento bellissimo, ma Dio ha scelto di sconvolgere assai di più le nostre attese di tenerezza.

Dio entra nella Storia nella carne indifesa di un bambino i cui genitori sono stati costretti a lasciare la loro casa e la loro terra per scoprire, nel momento del massimo bisogno, che “non c’era posto per loro”!

E cco allora che davvero “la grande gioia” è di ritrovarlo accanto a noi nellanostra sofferenza, che è come la sua, nella nostra solitudine, che è come la sua, e nella solitudine e nella disperazione di quanti si sentono esclusi,stranieri,abbandonati,esattamente come quella piccola famiglia di Nazareth, a Betlemme.

L a barca, che è anche simbolo della nostra fede, irrompe sulla scena del nostro presepe per rammentarci che solo un cuore tenero, capace di dilatarsi e magari di ferirsi, capace di accogliere e anche di soffrire, tormentato dal dubbio ma aperto alla novità, solo un cuore così può accogliere un Dio che è, che era e che viene per trasformare la nostra vita nella grande gioia che non potremo mai immaginare, ma solo incarnare.

B uon N atale a tutti, di traboccante gioia, inquieta e contagiosa!

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© Parrocchia Santa Maria della Candelora - Via Domenico Romeo n.5 - Reggio Calabria

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