Convegno di sensibilizzazione sul Sovvenire

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Come programmato la nostra Parrocchia ha tenuto in data 22 novembre u.s. un Convegno di sensibilizzazione sul “Sovvenire”. Il Dr. Mario Martino, responsabile Diocesano del Servizio ha svolto una relazione dal tema “Sovvenire alle necessità della Chiesa. Attualità delle lettere dei Vescovi –Collevalenza”
In precedenza il Parroco Sac.Luigi Cannizzo, nel porgere il saluto, ha spiegato l’importanza del tema trattato e come sia indispensabile che tutti i fedeli si sentano corresponsabili anche della vita economica della Chiesa.


Qui di seguito il testo della relazione
“Sono trascorsi piu’ di 30 anni dall’entrata in vigore del nuovo sistema di sostegno economico alla Chiesa in Italia. Nonostante i timori iniziali legati all’introduzione del nuovo sistema, che comportava la rinuncia alla “congrua” e ai fondi per l’edilizia di culto, cioè a forme di finanziamento automatico da parte dello Stato, i frutti sono stati confortanti, anche se in quest’ultimo periodo c’e’ stato un calo dovuto alle tante campagne di stampa contro la Chiesa e ad un fenomeno di assuefazione. Grazie alla fiducia confermata di anno in anno dagli italiani, la Chiesa cattolica ha potuto disporre di risorse costanti. Esse hanno consentito non solo di garantire un tenore di vita dignitoso a migliaia di sacerdoti che operano nelle parrocchie e nei servizi diocesani, ma anche di intervenire in modo puntuale e incisivo per alleviare tante sofferenze, dovute a indigenza, fame, malattie, catastrofi naturali in Italia e nel mondo, oltre che di costruire nuove chiese e oratori, restaurare edifici di interesse storico artistico, sostenere l’attività di parrocchie, associazioni e movimenti.


Facciamo un passo indietro, alle radici del nuovo sistema, che affondano nell’Accordo di revisione del Concordato fra l’Italia e laSanta Sede, sottoscritto il 18 febbraio 1984. L’itinerario che condusse alla storica firma di Villa Madama va ricordato come un positivo esempio di collaborazione e indipendenza.
“Indipendenza” e “collaborazione” non sono valori antitetici, quando la promozione della persona e la ricerca del bene del Paese costituiscono il punto di convergenza dell’agire della Chiesa e dello Stato. Non va neppure dimenticato che il nuovo sistema ha costituito il primo riuscito tentativo di applicare al sistema fiscale un meccanismo di democrazia diretta.


E’ necessario fare un inciso per ricordare l nuovo sistema che si basa su due direttrici:
destinazione 8 per mille;
offerte per il sostentamento del clero
Ma qual era, per la Chiesa cattolica, la vera novità del sistema? Qual era e qual è ancora oggi il suo significato autentico? Ecco l’attualità del magistero vescovile con le lettere redatte a Collevalenza al nascere del nuovo sistema ed a ventanni dall’introduzione. Sarebbe assai riduttivo, e in ultima analisi sbagliato, considerarlo un puro e semplice meccanismo di raccolta e distribuzione di risorse economiche, una sorta di aggiornamento delle modalità tradizionali reso inevitabile dal mutare delle condizioni politiche e sociali. A dare senso al nuovo sistema è una precisa idea di Chiesa, radicata nel messaggio evangelico e fedele agli insegnamenti del concilio Vaticano II: un’esperienza di comunione, che riconosce a tutti i battezzati che la compongono una vera uguaglianza nella dignità e chiede loro l’impegno alla corresponsabilità e alla condivisione delle risorse. È una Chiesa che vuole vivere e testimoniare la povertà evangelica, non perché rinuncia alle risorse materiali, ma perché non tiene nulla per sé e tutto rimette in circolazione, ridistribuendolo, moltiplicato, a chi è nel bisogno. Dopo tanti anni, dobbiamo far sì che questa ispirazione resti viva, diventando sempre più un tratto caratterizzante la comunità ecclesiale. A tutti deve essere chiaro che la scelta compiuta in campo economico dalla Chiesa in Italia con il nuovo Concordato è irreversibile, e comporta un costante impegno nel reperimento delle risorse per sostenerne i ministri e le attività. il sostegno economico non scaturisce solo dal dovere previsto dal canone 222 che testualmente recita” I fedeli sono tenuti all'obbligo di sovvenire alle necessità della Chiesa, affinché essa possa disporre di quanto è necessario per il culto divino, per le opere di apostolato e di carità e per l'onesto sostentamento dei ministri.”
Per questo ci sentiamo in dovere, in questa occasione, di riproporre con convinzione le motivazioni ecclesiologiche ed etiche che fondano il sistema di sostegno economico alla Chiesa, che senza di esse perderebbe tutta la sua forza esemplare e propositiva.
Il dono e l’impegno della comunione. Il nuovo sistema, raccogliendo e ridistribuendo le risorse a livello nazionale, ricorda al fedele che la porzione di Chiesa di cui egli fa quotidiana esperienza non è tutta la Chiesa: essa costituisce invece una realtà assai più ampia e articolata, di cui il fedele è ugualmente partecipe e corresponsabile.
La chiamata alla corresponsabilità. Nella Chiesa tutti i battezzati sono chiamati alla corresponsabilità, vivendo una solidarietà non soltanto affettiva ma anche effettiva e partecipando, secondo la condizione e i compiti di ciascuno, all’edificazione storica della comunità ecclesiale. Nessuno nella Chiesa può dire: «Non mi riguarda». La corresponsabilità crescerà, soprattutto, con un più deciso impegno a far crescere la spiritualità diocesana che si caratterizza per l’amore e il servizio alla propria Chiesa particolare. Ciò comporta, da parte dei pastori, il superamento di quella mentalità clericale e accentratrice che tende a estromettere i laici dall’elaborazione dei processi decisionali e dalla gestione dei beni e delle risorse. Nel contempo, esige da parte dei fedeli, in particolare dei laici, un deciso investimento dei propri talenti per il bene della comunità ecclesiale. Siamo convinti che crescerà nei fedeli il senso di appartenenza e di corresponsabilità, incidendo concretamente sulla vita e sul funzionamento delle nostre comunità, se in parallelo maturerà una più ampia consapevolezza del ruolo delle strutture di partecipazione, tanto a livello diocesano (consiglio presbiterale, consiglio pastorale diocesano, consiglio diocesano per gli affari economici) quanto parrocchiale (consiglio pastorale parrocchiale, consiglio parrocchiale per gli affari economici), favorendone, laddove necessario, il rilancio. La corresponsabilità investe ogni dimensione della vita cristiana, compreso il reperimento dei beni materiali necessari per vivere: se è autentica, la comunione coinvolge anche le risorse economiche. Partecipare alla vita della Chiesa vuol dire perciò condividere anche i beni materiali e il denaro, guardando anzitutto a chi è nel bisogno. Per questo, il nuovo sistema non esclude né svilisce il semplice e tradizionale gesto dell’offerta manuale, fatta nella propria parrocchia o nella chiesa abitualmente frequentata. Esso, però, invita ad aprire lo sguardo anche alle esigenze della diocesi, di cui ogni comunità locale è cellula viva, e della Chiesa universale. Partecipazione significa anche diritto-dovere di corresponsabilità secondo la propria condizione ed i propri compiti ed entrambi si esercitano a tutto campo investendo anche la realtà economica della Chiesa.Esse devono tradursi in gesti concreti mettendo a disposizione della comunità la propria persona ed anche i propri beni materiali per permettere alla Chiesa di disporre di quanto necessita per il culto divino, l’apostolato, le opere di carità e per il giusto sostentamento dei ministri. Questa partecipazione costituisce si un obbligo per i fedeli derivante dal can.222, ma è anche il segno della partecipazione corresponsabile dei fedeli che con il loro donare riattualizzano le prime comunità cristiane quando “Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti ,secondo il bisogno di ciascuno”(Atti 2,44-45).

La meta dell’uguaglianza In Italia, la Chiesa è presente in una pluralità di forme e di espressioni straordinarie per numero e varietà: ciò rende quasi inevitabile il divario fra chi è nell’abbondanza di mezzi e chi fa fatica a reperire il minimo necessario. Il nuovo sistema tende a realizzare quella “uguaglianza evangelica”, che è l’esito connaturale di un’autentica esperienza di carità e rende credibile la testimonianza ecclesiale. Abbiamo ben presente la lezione di San Paolo: «vi sia uguaglianza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno» (2Cor 8, 13-15).I Vescovi ci dicono che si allarga l’orizzonte della solidarietà ecclesiale e ricordano che Paolo nelle lettere ai Corinzi (prima 16,2 seconda 8-9)già a quei tempi raccomandava la partecipazione alla grande colletta da Lui organizzata a favore della Chiesa Madre di Gerusalemme.
L’obiettivo della trasparenza Amministrare i beni della Chiesa esige chiarezza e trasparenza. Ai fedeli, agli italiani che firmano per l’otto per mille, alle autorità dello Stato e all’opinione pubblica si è reso conto in questi anni di come la Chiesa ha utilizzato le risorse economiche che le sono state affidate Ogni comunità parrocchiale ha diritto di conoscere il suo bilancio contabile, per rendersi conto di come sono state destinate le risorse disponibili e di quali siano le necessità concrete della parrocchia, perché sia all’altezza della sua missione.
Sono queste le motivazioni del sistema di sostegno economico alla Chiesa: non toccano soltanto un aspetto accessorio della vita della comunità ecclesiale, ma si pongono al centro delle sue scelte. Educare al sovvenire è una via assai concreta per accrescere il senso di appartenenza ecclesiale, la partecipazione e la corresponsabilità.
Ma il sistema adottato dopo l’entrata in vigore del nuovo Concordato si poggia anche su valori civili:
la democrazia e la sovranità dei cittadini Non vi sfuggirà certamente che con la scelta di destinazione dell’8 %° i cittadini possono decidere direttamente, senza alcuna intermediazione politica ,come far spendere una parte se pur piccolissima delle tasse pagate. Viene riconosciuta l’importante presenza e la qualificazione della Chiesa nella società italiana riconoscendone il servizio alla collettività ed accettando la collaborazione. Badate bene che a beneficiare di tale scelta non è solo la Chiesa Cattolica, ma anche altre confessioni religiose.
Il pluralismo sociale e culturale la possibilità di scegliere consente il riconoscimento delle diverse realtà religiose e culturali esistenti nel paese.
Partecipazione democratica attraverso la partecipazione alla vita ecclesiale nei fedeli accresce la sensibilità per la partecipazione e favorisce la costruzione di valori civili che dovrebbero far sentire lo stato o meglio la società come propria famiglia.
Cooperazione internazionale Lo Stato spesso, a causa della burocrazia, fatica a rispondere alle crisi mondiali. La Chiesa ha individuato un settore di intervento con una precisa attività a favore delle necessità del Terzo Mondo.
A nessuno sfugge, poi, che le motivazioni sopra enunciate hanno un ricaduta e una rilevanza pubblica. Chi le ha fatte proprie, contribuisce a rendere migliore il tessuto sociale, perché è, nello stesso tempo, un buon cristiano e un buon cittadino
Ogni volta che fate un’offerta per il sostentamento del clero o quando firmate a favore della Chiesa cattolica all’atto della dichiarazione dei redditi, realizzate un gesto di alto valore ecclesiale, mettendo la Chiesa nelle condizioni di poter svolgere compiutamente la propria missione.”

   
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