Pensieri per la Comunità

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Categoria principale: Associazioni Parrocchiali
Pubblicato Venerdì, 27 Marzo 2020 10:47
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Noi scout del clan RC3 abbiamo pensato di condividere con voi alcuni dei nostri pensieri riguardo questo periodo così particolare.

 

Chiunque abbia voglia di condividere la sua esperienza personale, le sue riflessioni e sentirsi vicini anche se distanti,anonimamente o non, può contattarci e provvederanno a farlo pubblicare sul sito.
Perchè è importante sentirci comunità soprattutto in questo momento.

 

"Succede così...una mattina ti svegli, apri gli occhi e ti concedi due minuti per pensare, ancora avvolto nel caldo tepore delle coperte e della notte. Quei due minuti, un mese fa erano l’attimo più prezioso che possedevi prima dell’inizio della giornata. Erano dedicati alla speranza riposta nella buona riuscita di un’ interrogazione, alla felicità di un giorno di assemblea, alla forza di mettersi davanti anche alle più piccole insicurezze.
Quei due minuti di ricognizione, ora diventano cinque, dieci o anche mezz’ora. La fretta di mettersi le scarpe ed arrivare in orario non c’è e così neanche il suono della campanella.

Riflessione scolta4
Ricordo i primi giorni di quarantena. La notizia aveva reso quasi tutti contenti, me compresa. Avrei potuto non fare il mio tanto temuto compito di matematica e la cosa non mi dispiaceva affatto. La vita delle lezioni online è indubbiamente più semplice, soprattutto per chi come me ha l’ansia che scorre nelle vene. Ma per noi ragazzi il tempo restante può spingerci in un circolo vizioso di cose futili.

Ora non esiste più la scusa del “non ho avuto tempo”, di tempo ce n’è e a volte sembra pure troppo. Chi riempiva le sue giornate a lamentarsi dello studio ora probabilmente si sente perso tanto quanto chi, abituato ad uscire, ora si trova bloccato in casa
Una mattina, quei due minuti sono diventati il motore delle mie giornate. Ho ripreso in mano ciò che avevo trascurato e rivalutato tante cose che probabilmente nel traffico delle giornate lasciavo in disparte. La merce più cara che abbiamo è il tempo. Questo tempo però bisogna saperlo sfruttare. Non è sbagliato concedersi del tempo per pensare, è importante utilizzare questi attimi per dare un senso a ciò che facciamo e stiamo vivendo. Imparare a dare il giusto valore alle cose che contano di cui spesso ci dimentichiamo. Servirsi di questa occasione di “pausa” per dare una direzione alla nostra vita, al nostro futuro. Un’ opportunità per schiarirsi le idee, fare due passi indietro e se occorre rivalutare .

Qualche giorno fa ho proposto ai miei amici e conoscenti una serie di domande e sondaggi su instagram, apparentemente banali ma profonde, nelle quali molti in seguito mi hanno rivelato di aver trovato difficoltà. Ho avanzato domande sui temi più disparati quali ciò che gratifica maggiormente e rende felice, su cosa sia l’amore e su quanto siamo abituati a dare le cose che abbiamo attorno per scontate. Ho ovviamente tenuto a specificare che le risposte erano assolutamente libere e personali, in modo da creare un’occasione di confronto e di crescita personale ma soprattutto la possibilità di suscitare anche nel lettore meno interessato uno spunto per pensare. Ho visto il mio obiettivo realizzarsi nella grande quantità di risposte ricevute, soprattutto nella presenza di concezioni differenti ma proprio per questo ugualmente valide.

Ho omesso però la domanda più importante: chi sarò io o cosa ho intenzione di diventare, se e quando il mondo riprenderà a correre come prima?
Non possiedo ancora una risposta certa per questo enorme punto interrogativo, non conosco il futuro al quale stiamo andando incontro. Sono certa però che qualunque sia la strada, ne uscirò cambiata, forse migliorata, non so bene in cosa, ma mi impegnerò a far si che questo tempo non sia stato tempo perso".


Anna VAVALA’


 

C’è un detto latino che dice: “estote parati”. Noi scout lo gridiamo da sempre, ma mi chiedo siamo davvero pronti?

Si perché estote parati significa: “siate pronti”. Ma esattamente a cosa dobbiamo essere pronti? Ad affrontare le avversità? A perdere le nostre libertà? A vedere i nostri cari soffrire? No, non penso che sia questo il vero senso di “estote parati”.

Estote parati

"Estote parati” è parte di un versetto del Vangelo secondo Matteo (24,44) che, per esteso, recita così: “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi SIATE PRONTI perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.”

Vi starete chiedendo se questa sia l’ora in cui verrà il figlio dell’uomo. A questo non so rispondere. Ma vi chiedo e mi chiedo: "E' mai andato via?" Perché per tornare si deve partire, e forse, lui non è mai partito. Forse, siamo noi che siamo andati via. E allora mi domanderete: “Che fare?” La risposta sta in quell’ "estote parati". Dobbiamo essere pronti.

Dobbiamo essere pronti a ripartire.
Dobbiamo essere pronti a realizzare i nostri sogni.
Dobbiamo essere pronti ad amare.

Perché verrà il giorno in cui il Signore verrà, e in quel momento dovremo farci trovare pronti; altrimenti il tempo che ci è stato donato sarà stato sprecato.

Estote parati

R.P.

 



buona stradaÈ un tempo questo da scoprire non monotono come dicono tanti ma da reinventare , da odiare per quello che sta succedendo e per la fatica che comporta e da apprezzare per tanti versi che sto imparando a scoprire.
I silenzi, i panorami ,il sapore di una monotonia che è riscoperta di tempo dedicato ,le relazioni e le responsabilità diventano ricchezza una ricchezza che ci porteremo dietro tutta la vita . Imparare a vivere questo tempo nel modo giusto credo significhi questo ,uscirne più ricchi.
Ma se questo tempo da un lato aiuta a riscoprire la gioia della famiglia ,Di giornate senza orologio o impegni non si può negare che faccia mancare tanto altro .


A me personalmente manca il sorriso, la gioia ,gli sguardi, le emozioni, le confidenze ,le ragazzate ,degli amici e di quelle meraviglie di giovani che ci circondano e non avevo bisogno di un virus per scoprire che tutte queste cose sono gioia pura ma c’è voluto un virus per capire che se non ci sono mancano e che l’incontro è tesoro, è un dono che va custodito ,che ha bisogno di cure.


Mancano le confidenze davanti ad caffè che ha il sapore di un “ti voglio bene” ,uno di quelli veri. Mancano i momenti tutti insieme quelli che spesso abbiamo affrontato anche con il muso perché erano tanti e spesso sembravano noiosi adesso pensandoli sono il simbolo della condivisione della bellezza di stare con l’altro qualunque sia il motivo .


Da casa facciamo del nostro meglio cose fatte con il cuore pensate con l’unico scopo di vedere anche attraverso lo schermo di un computer quei sorrisi ,quei volti sempre curiosi e attenti, perché ,giunti alla fine di questa ennesima lunga strada insieme dove sembra che ci sia qualcuno che continua a dire per incoraggiarci “forza manca solo una curva“ ,potremmo finalmente posare questo pesante zaino e goderci la bellezza dell’arrivo .

Buona strada


In queste strane giornate che apparentemente hanno poco senso, vorrei rivolgere una preghiera verso coloro che si sentono in quarantena da molto più di un mese; coloro che già da tempo nel mondo esterno non trovano lo spazio perrealizzarsi e per i quali la propria stanza è invece sempre sinonimo di spazio vitale, di libero rifugio.Riflessione scolta2


Vorrei esprimere un pensiero solidale verso coloro che sono costretti a vivere questo periodo lontano dai propri affetti; soprattutto vorrei pregare per coloro che nemmeno vivendoci forzatamente tra le stesse mura riescono a sentirsi compresi ed a farsi comprendere dai propri familiari, nonostante il cuore gli appartenga.


Appena l’emergenza sanitaria sarà alle spalle, inizieremo a preoccuparci dei danni che il virus ci avrà lasciato in eredità; inizieremo anche a renderci conto delle opportunità irripetibili che avremo sprecato se non ci facciamo trovare pronti oggi.
Vorrei fossimo in grado di prendere in mano questa quarantena, di diventare protagonisti di questo nostro tempo. Abbiamo la possibilità di farlo in molti modi, ma tra questi il più importante e bello penso sia quello di prendersi cura di chi ha bisogno di noi.


In televisione continuano a descrivere chi siano i “soggetti fragili”, le persone a rischio in questo momento; tra poco scopriremo che sono in realtà coloro che al termine della quarantena non avranno ricevuto parole d’amore; saranno loro ad aver bisogno di cura.
Non mi viene in mente sensazione più bella del Sentirsi amati, sentirsi accompagnati e pensati nei piccoli gesti da qualcuno che mi vuole bene. Personalmente mi sforzo per far provare questa gioia a tanti, anche se non ci riesco ancora con tanta gente che mi sta a cuore.


I più forti tra noi sono coloro che riescono ad essere grati di ciò che hanno; quelli che sono arrivati alla quarantena ben allenati all’essenzialità, allenati nel riconoscere ciò che è necessario da ciò che non lo è; sono coloro che cercano Gesù, accorgendosi che Egli non si fa trovare mai mentre comanda seduto sul trono, ma sulla Croce a soffrire con noi e per noi.
E’ per questo che ai più forti oggi tocca il compito di essere severi e pretenziosi con se stessi e gentili come mai prima con gli altri; possano loro avere la forza di accompagnare le persone che in questo momento non trovano nessuno accanto o a cui il “Ti voglio bene” si ferma sempre strozzato in gola prima di essere pronunciato.


Mai come oggi, lontani da tutti, è il tempo della comunità; avendo chiaro il Perché, troveremo anche il Come.

 

 


Riflessione scolta1Ho 18 anni e sono una studentessa fuorisede. Da ottobre mi sono trasferita a Roma, ho cambiato le mie abitudini, la mia vita e ho imparato a costruirmi passo passo delle nuove certezze nella mia quotidianità e a chiamare casa quel posto che mi era, solo pochi mesi fa, sconosciuto.

Poi è arrivato il virus. Sono scesa il giorno dopo che hanno chiuso le università, il 5 Marzo, e adesso è quasi un mese che sono a casa. Ho scoperto una vita familiare che per i vari impegni di tutti non eravamo mai riusciti a vivere a pieno, pur essendoci sempre l’uno per l’altro.

Ho capito che la cosa più importante che si possa fare per una persona a cui vogliamo bene non è prettamente esserci fisicamente ma esserci e basta, dire “ti ascolto”, “se hai bisogno di me ci sono”; vivere 24h su 24 tutti insieme senza poter avere valvole di sfogo non è facile per tutti, ci sono equilibri delicati che vanno rispettati, capiti, tempi diversi, necessità diverse.

Non credo esistano due persone identiche in questo mondo, figurarsi nella nostra vita, ma bisogna imparare a non smettere mai di chiedere “come stai?”. Non sarà una sensazione molto diffusa, ma io, adesso, sono felice. Sono circondata dalle persone che amo, che non smettono mai di sorprendermi, e di questo le ringrazio; chiaramente mi manca la mia vecchia-nuova vita che avevo imparato ad amare così come i miei amici, vecchi e nuovi, che non smettono mai di esserci per me, ma va bene così.

Se tutta questa situazione si fosse verificata tra qualche anno, sarei stata in un posto molto diverso in questo momento; eppure è successo adesso. Non so cosa succederà in futuro, una cosa però la so per certo, non è sbagliato essere tristi, giù di morale, capita a tutti, ma è molto più bello affrontare la vita sorridendo, forse non sarà sempre facile, ma è importante per me provarci.

Tutti questi posti, queste persone, che sono felice di chiamare casa, non smettono di esserlo perché non ci sono, perché non ci vediamo, lo rimangono sempre, e se le cose cambiano, si evolvono, imparerò a cambiare con loro, perché è solo così che non ci si perde mai la vita.

Una scolta

 


 

 

pensiero scolta

Oggi purtroppo, per motivi terrificanti, ci viene chiesto di stare lontani l’uno dall’altro per proteggerci a vicenda e salvaguardare la nostra vita. Ma sempre oggi, più che mai, anche in quanto cristiana e scout, sento di dover stare vicino al mio prossimo, non fisicamente ma spiritualmente. Mai come ora ho avvertito un senso di appartenenza e COMUNITA’.


A dir la verità, per la maggior parte del tempo, non guardo con buon occhio quello che l’umanità sta diventando, sotto tanti punti di vista, ma adesso voglio mettere da parte i sentimenti avversi e scontrosi, specchio del mio carattere introverso, e pregare, tanto, che la situazione migliori presto e che, quando torneremo alle nostre solite vite, niente ci sembri più “solito” e scontato. Mi piacerebbe che imparassimo, io soprattutto, ad affrontare più spesso le situazioni che viviamo con il sorriso. Mi sto rendendo conto che ogni attimo è SPECIALE. Si, mi sono sentita dire miliardi di volte che la vita sia un dono, che tutto si supera, ma ci ho mai fatto davvero caso? Adesso si.


Da pochi mesi ho perso una persona a me cara e forse anche per questo vivo più da “vicino” le vittime di quest’orribile e spaventosa pandemia. E’ un dolore continuo, la vita sembra essersi fermata ma in realtà il tempo scorre velocemente, più di quanto riusciamo a percepirlo, a viverlo.


Io sono una studentessa fuorisede, per proteggere le persone alle quali voglio bene ho deciso di non tornare a casa e di rimanere in quarantena nella città dove studio. Per quanto io abbia sempre ammirato il fascino della solitudine, in appartamento vivo con altre coinquiline e sto iniziando ad apprezzare la compagnia.


Nonostante tutto, adesso non riesco più a nascondere la nostalgia. Vorrei tanto riabbracciare la mia famiglia, i miei amici. Vorrei tornare alle riunioni scout, nella nostra piccola ed accogliente sede (pur non nascondendo che le videochiamate di gruppo siano piuttosto divertenti!).


Questo è ciò che io sto provando e l’ho voluto condividere per sentirmi più vicina a voi.
Voglio dirvi una cosa, sono sicura che insieme, uniti, ce la faremo.


Approfittiamo della quarantena (oltre che per cucinare...e magiare) per riflettere, sacrificarci nel nostro piccolo e prepararci all’Avvento!. Quest’anno forse trascorreremo la Pasqua in modo un po’ insolito, ma nulla potrà negare la gioia ai nostri cuori.


Pensiero di una scolta.