Sinodo Famiglia/Affettività

Dettagli

definitivo

(Parrocchia Santa Maria della Candelora, Domenica 9 marzo 2014)

Fortemente voluto dal nostro Arcivescovo Morosini sulla scia di quanto proposto dallo stesso Papa Francesco e da tutta la Chiesa, con uno sguardo attento alla modernità, e la voglia di affrontare una nuova “sfida educativa”, ha preso forma il Sinodo Giovani; un incontro per cui è stata chiesta la partecipazione a tutti i giovani dai 18 ai 30 anni di ogni parrocchia e territorio parrocchiale di riferimento dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova: che siano essi associati e non, credenti o atei. Dall’apertura dei lavori questo febbraio fino a ottobre quando si concluderanno, i giovani saranno chiamati a un dialogo “generazionale” che tratterà (e in parte ha già trattato) temi fondanti quali: Famiglia e Affettività; Cittadinanza attiva; Fede e Valori.

Domenica scorsa si è svolto in parrocchia il primo incontro presinodale ristretto. In una ventilata giornata di sole, parte dei giovani al seguire della Celebrazione Eucaristica si sono ritrovati nel cortiletto di via Vicenza per cominciare assieme in convivio e con divertimento: due calci a pallone, la musica di una chitarra, pasticcini e caffè. In seguito circa una trentina, esclusi gli spettatori esterni, hanno dato il via ai lavori, radunati tutti nel saloncino. Qui attraverso l’aiuto multimediale di spezzoni video tratti da film o presi dal web e con l’aiuto di alcune slide e di altre provocazioni sono emersi gli argomenti chiave della discussione. Tra famiglia e/o famiglie, Famiglia e Affettività, sessualità e rapporto genitori-figli, c’è stato tanto di cui parlare. È sorta con poca timidezza una discussione contraddistinta dal rispetto delle opinioni altrui, quindi dalla massima libertà d’espressione, svincolata da tutto, sentita e vissuta; indice della tanta voglia che i giovani hanno di far sentire la propria voce in un mondo in cui non sempre sono ascoltati e spesso sono incompresi.

 

Entrando nel merito sono emerse diverse idee di famiglia. La famiglia può essere casa e nido, dove essere accolti così come si è. Famiglia come infinito, un qualcosa che accompagna per sempre e sempre è dentro se stessi, che è come un fortissimo legame indipendente dal sangue; famiglia così può essere il gruppo di amici o anche la comunità. L’idea di famiglia sociologica come cellula base della società da cui ne scaturisce la vita. Famiglia è il primo luogo di formazione, è una scuola di vita e la propria personalità qui vi prende forma concreta. La famiglia è un luogo sicuro. La famiglia è amore, crea legami forti, amore fondamentale che cura e rimargina le ferite e da la vita.

Tuttavia «Può essere famiglia una coppia omosessuale?» «Si può parlare di matrimonio tra omosessuali?». Stabilito cos’è coppia e cosa sono le coppie di fatto si è richiamata la legge e la stessa Costituzione che indica come anticostituzionali le coppie omosessuali poiché la famiglia è considerata come mezzo per procreare, idea che richiama il concetto sociologico e biologico di cellula, e il senso di procreazione e reiterazione della specie. La famiglia dunque da vita, l’unione omosessuale no. Ma la famiglia è fondata sul matrimonio e la famiglia ha dei diritti. Perché non anche le coppie omosessuali e le coppie di conviventi poiché si amano non devono avere gli stessi o simili diritti? Perché la nostra società non concede le stesse libertà ai diversi orientamenti e alle varie diversità? C’è chi si è schierato a favore di questa libertà, fondando il discorso sul “libero arbitrio” e sulla “dignità” di uomo, chi invece ritiene che ogni cosa abbia il suo nome e ogni cosa debba ricevere ciò che gli spetta e niente di più. Il dibattito è aperto ed ha coinvolto anche il tema delle adozioni. Può una coppia omosessuale adottare un bambino? «Il legislatore in conformità a cosa può decidere che due bambini siano adottati uno da una coppia eterosessuale e l’altro da una coppia omosessuale?» Qui c’è chi parla di tutelare il bambino chi controbatte che un bambino può trovarsi male anche nella cosiddetta famiglia tradizionale. Chi adduce alla scienza e afferma che il bambino di due padri o due madri potrebbe ricevere un’educazione distorta e potrebbe vivere in società come oggetto di scherno dei suoi coetanei e chi invece per contro sostiene che lo stesso bambino potrebbe subire la stessa sorte in una coppia eterosessuale. Qualcuno richiama di nuovo i fattori biologici; la famiglia in società e anche nelle Scritture “cozza” con l’idea di omosessualità.Tutti però pensiamo che sia giusto unirsi in nome dell’amore ed è giusto che certi diritti siano garantiti, ma appunto dipende quali siano questi diritti, non tutti. Come dire “a ognuno il suo”.

Riguardo al rapporto tra genitori-figli e a come vivono la propria sessualità questi ultimi, è risultato che molti giovani non instaurano con i loro genitori un rapporto di onestà e fiducia, ma piuttosto tengono a nascondere la propria intimità, reprimendola per paura di essere incompresi o addirittura puniti. Sembra che ai genitori preoccupi di più la “salute” dei loro figli piuttosto che i loro desideri.  Ciò comporta che spesso gli adolescenti si ritrovino ad apprendere e conoscere la propria sessualità in altri ambienti: che siano a scuola o in palestra o sulla strada, o chiusi in casa a “socializzare” davanti ad un monitor.  Allora tutto diventa quasi una sfida, a chi lo fa per prima, a chi lo fa di più, a chi lo fa strano e a chi non lo fa proprio, tanto che chi è vergine, ormai è uno "sfigato". La Chiesa quanto va incontro a questi giovani/adolescenti? Come si rapporta col desiderio di un giovane che vede la castità fino al matrimonio (sempre più lontano) una limitazione? Quanto è difficile però in una società in continuo evolversi dove per i giovani la stabilità è lontana, aspettare il matrimonio? Qualcuno afferma tra i giovani che indipendentemente dall'età e dal proprio credo è importante discernere tra amore e infatuazione e chi sceglie di vivere la propria intimità col partner deve riconoscere che si sta “donando” all’altro, una persona importante nei propri progetti futuri. Altri però vogliono viversi il momento, seppure siano contrari agli estremismi quindi alle unioni premature e alle unioni post matrimoniali.

Questo in sintesi ciò che è stato oggetto dell’attenzione dei giovani e ciò di cui si discuterà con tutti i giovani della diocesi domenica 23 marzo alla Prima Assemblea Presinodale Famiglia e Affettività.
Siete tutti invitati!

   
© Parrocchia Santa Maria della Candelora - Via Domenico Romeo n.5 - Reggio Calabria

Login Form