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Pensieri per la Comunità

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In queste strane giornate che apparentemente hanno poco senso, vorrei rivolgere una preghiera verso coloro che si sentono in quarantena da molto più di un mese; coloro che già da tempo nel mondo esterno non trovano lo spazio perrealizzarsi e per i quali la propria stanza è invece sempre sinonimo di spazio vitale, di libero rifugio.Riflessione scolta2


Vorrei esprimere un pensiero solidale verso coloro che sono costretti a vivere questo periodo lontano dai propri affetti; soprattutto vorrei pregare per coloro che nemmeno vivendoci forzatamente tra le stesse mura riescono a sentirsi compresi ed a farsi comprendere dai propri familiari, nonostante il cuore gli appartenga.


Appena l’emergenza sanitaria sarà alle spalle, inizieremo a preoccuparci dei danni che il virus ci avrà lasciato in eredità; inizieremo anche a renderci conto delle opportunità irripetibili che avremo sprecato se non ci facciamo trovare pronti oggi.
Vorrei fossimo in grado di prendere in mano questa quarantena, di diventare protagonisti di questo nostro tempo. Abbiamo la possibilità di farlo in molti modi, ma tra questi il più importante e bello penso sia quello di prendersi cura di chi ha bisogno di noi.


In televisione continuano a descrivere chi siano i “soggetti fragili”, le persone a rischio in questo momento; tra poco scopriremo che sono in realtà coloro che al termine della quarantena non avranno ricevuto parole d’amore; saranno loro ad aver bisogno di cura.
Non mi viene in mente sensazione più bella del Sentirsi amati, sentirsi accompagnati e pensati nei piccoli gesti da qualcuno che mi vuole bene. Personalmente mi sforzo per far provare questa gioia a tanti, anche se non ci riesco ancora con tanta gente che mi sta a cuore.


I più forti tra noi sono coloro che riescono ad essere grati di ciò che hanno; quelli che sono arrivati alla quarantena ben allenati all’essenzialità, allenati nel riconoscere ciò che è necessario da ciò che non lo è; sono coloro che cercano Gesù, accorgendosi che Egli non si fa trovare mai mentre comanda seduto sul trono, ma sulla Croce a soffrire con noi e per noi.
E’ per questo che ai più forti oggi tocca il compito di essere severi e pretenziosi con se stessi e gentili come mai prima con gli altri; possano loro avere la forza di accompagnare le persone che in questo momento non trovano nessuno accanto o a cui il “Ti voglio bene” si ferma sempre strozzato in gola prima di essere pronunciato.


Mai come oggi, lontani da tutti, è il tempo della comunità; avendo chiaro il Perché, troveremo anche il Come.

 

 

   
© Parrocchia Santa Maria della Candelora - Via Domenico Romeo n.5 - Reggio Calabria

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